Cirillo. Foto di Luigi Cirillo. Album: 22.12.2015
https://www.facebook.com/groups/926339024097442/
BENI CULTURALI - GRUPPO
Ideatore fondatore coordinatore: Giovanni Pititto
BENI CULTURALI - GRUPPO
Ideatore fondatore coordinatore: Giovanni Pititto
Vengono presentate, in forma di catalogo, le foto di Luigi Cirillo.
Ambito tematico di questo catalogo: Italy. Campania.
Beni Culturali. Tipologia: Beni immobili ed immobili per destinazione.
Ulteriori cataloghi seguiranno.
Si ringrazia Luigi Cirillo per la cortese autorizzazione.
· Aggiornato circa un mese fa
Capua (CE). La casa di Ettore Fieramosca, l'eroe della disfida di Barletta...Foto di Luigi Cirillo.
Capua (CE). La casa di Ettore Fieramosca, l'eroe della disfida di Barletta...Foto di Luigi Cirillo.
Capua (CE). La casa di Ettore Fieramosca, l'eroe della disfida di Barletta...Foto di Luigi Cirillo. Capua (CE). La casa di Ettore Fieramosca, l'eroe della disfida di Barletta...Foto di Luigi Cirillo. Capua (CE). Edificio della Gran Guardia.Costruito nel 1608-1611; ospitava il corpo di guardia addetto al servizio del vicino Palazzo del
Governatore. Foto di Luigi Cirillo.
Carditello. Chiesetta ridotta allo stato di rudere. Foto di Luigi Cirillo.
Carditello. Chiesetta ridotta allo stato di rudere. Foto di Luigi Cirillo.
Carditello. Chiesetta ridotta allo stato di rudere. Foto di Luigi Cirillo.
Carditello. Chiesetta ridotta allo stato di rudere. Foto di Luigi Cirillo.
Verso Carditello... Foto di Luigi Cirillo.
Carditello. Lavori in corso... Foto di Luigi Cirillo.
Carditello. La scala con un trofeo di caccia e, in alto, il giglio borbonico... Foto di Luigi Cirillo.
Carditello. Lavori in corso... Foto di Luigi Cirillo.
Caserta. La suggestiva Chiesa detta di Sant'Agostino. Foto di Luigi Cirillo.
- Contiene un piccolo campionario della grande pittura napoletana del 700. Per i lavori di rifacimento diede il suo contributo Luigi Vanvitelli....
"La chiesa di S. Agostino (questo è il titolo canonico) conserva la memoria del culto a S. Sebastiano, tra i più antichi a Caserta, peculiare della parte in piano tanto che al nome del villaggio Torre fu affiancato quello del Santo martire. Questo perché, dall’incendio che ne distrusse la chiesa nel 1783, la sede della parrocchia fu prima presso la chiesa dei Carmelitani (già AGP), e dal 1822 presso la chiesa del Redentore e dal 1930 nel sito attuale. La presenza degli Agostiniani in Caserta è attestata già dal sec. XIII: Carlo II concesso loro un privilegio per il commercio dei grani. Il convento, perché spopolato, fu soppresso da Innocenzo X nel 1652. In esso subentrarono le Domenicane, sfruttando una donazione di Andrea Matteo d’Acquaviva per l’istituzione di un Conservatorio per fanciulle indigenti, ma il convento vero e proprio sorse solo nel 1712 per l’opera di due nobildonne di Acerra e Marcianise. Non è chiaro se il sito attuale sia quello del convento medievale. La collocazione baricentrica rispetto all’impianto urbanistico e viario dei borghi casertani nel piano lasciano ipotizzare la continuità nello stesso luogo per l’insediamento religioso. La chiesa attuale fu edificata sulla precedente, probabilmente del sec. XV. Non è noto l’anno né l’artefice del rifacimento settecentesco perché la bibliografia non è concorde sull’attribuzione al Vanvitelli o qualche suo collaboratore (Patturelli o Bernasconi). In verità nel 1753 le Monache supplicarono il sovrano Carlo di Borbone (per il tramite del Ministro Tanucci) di interessare il Vanvitelli, il quale, secondo gli studi più recenti, pare si limitasse a fornire una perizia per il tetto. Carlo infatti, per non intralciare il cantiere della nascente Reggia, dirottò l’incombenza sulle maestranze impegnate nella ristrutturazione del Palazzo Vecchio. I lavori furono così eseguiti dal Negroni (1756). Ad una successiva richiesta delle Monache, nel 1767/68, Collecini e Patturelli produssero una nuova stima degli interventi. Comunque sia, la chiesa è perfettamente inserita nella temperie culturale classica importata da Luigi Vanvitelli da Roma, sia per il semplice esterno (realizzato nel 1843/46) che per il composto, ma articolato interno, che pare intervenuto solo a movimentare l’antica aula unica agostiniana. Nell’atrio infatti sopravvivono due affreschi dei primi del sec. XVII (S. Antonio Abate a sin, Madonna delle Grazie a dex) e, nei vani sinistri della navata anche degli affreschi della metà del sec. XVI (Maria Maddalena), ancora da indagare e da riportare alla luce. Gli ovali della navata, raffigurano (da sin) S. Teresa (A. Dominici), S. Rosa (P. Bardellino), S. Caterina (G. Diano) ed una santa Carmelitana (D. Mondo), tutti della fine del '700. All’altare sinistro Santi Anna e Gioacchino, con la Vergine bambina e i Santi Rocco, Michele ed Antonio Abate di Diano, all’altare destro Madonna del Rosario e i santi Domenicani di Girolamo Starace Franchis. L’altare maggiore è della seconda metà dell’Ottocento." (Testo: Pietro Di Lorenzo, ...)
Caserta Vecchia. La suggestiva Chiesetta di San Rocco. Foto di Luigi Cirillo.- Contiene un piccolo campionario della grande pittura napoletana del 700. Per i lavori di rifacimento diede il suo contributo Luigi Vanvitelli....
"La chiesa di S. Agostino (questo è il titolo canonico) conserva la memoria del culto a S. Sebastiano, tra i più antichi a Caserta, peculiare della parte in piano tanto che al nome del villaggio Torre fu affiancato quello del Santo martire. Questo perché, dall’incendio che ne distrusse la chiesa nel 1783, la sede della parrocchia fu prima presso la chiesa dei Carmelitani (già AGP), e dal 1822 presso la chiesa del Redentore e dal 1930 nel sito attuale. La presenza degli Agostiniani in Caserta è attestata già dal sec. XIII: Carlo II concesso loro un privilegio per il commercio dei grani. Il convento, perché spopolato, fu soppresso da Innocenzo X nel 1652. In esso subentrarono le Domenicane, sfruttando una donazione di Andrea Matteo d’Acquaviva per l’istituzione di un Conservatorio per fanciulle indigenti, ma il convento vero e proprio sorse solo nel 1712 per l’opera di due nobildonne di Acerra e Marcianise. Non è chiaro se il sito attuale sia quello del convento medievale. La collocazione baricentrica rispetto all’impianto urbanistico e viario dei borghi casertani nel piano lasciano ipotizzare la continuità nello stesso luogo per l’insediamento religioso. La chiesa attuale fu edificata sulla precedente, probabilmente del sec. XV. Non è noto l’anno né l’artefice del rifacimento settecentesco perché la bibliografia non è concorde sull’attribuzione al Vanvitelli o qualche suo collaboratore (Patturelli o Bernasconi). In verità nel 1753 le Monache supplicarono il sovrano Carlo di Borbone (per il tramite del Ministro Tanucci) di interessare il Vanvitelli, il quale, secondo gli studi più recenti, pare si limitasse a fornire una perizia per il tetto. Carlo infatti, per non intralciare il cantiere della nascente Reggia, dirottò l’incombenza sulle maestranze impegnate nella ristrutturazione del Palazzo Vecchio. I lavori furono così eseguiti dal Negroni (1756). Ad una successiva richiesta delle Monache, nel 1767/68, Collecini e Patturelli produssero una nuova stima degli interventi. Comunque sia, la chiesa è perfettamente inserita nella temperie culturale classica importata da Luigi Vanvitelli da Roma, sia per il semplice esterno (realizzato nel 1843/46) che per il composto, ma articolato interno, che pare intervenuto solo a movimentare l’antica aula unica agostiniana. Nell’atrio infatti sopravvivono due affreschi dei primi del sec. XVII (S. Antonio Abate a sin, Madonna delle Grazie a dex) e, nei vani sinistri della navata anche degli affreschi della metà del sec. XVI (Maria Maddalena), ancora da indagare e da riportare alla luce. Gli ovali della navata, raffigurano (da sin) S. Teresa (A. Dominici), S. Rosa (P. Bardellino), S. Caterina (G. Diano) ed una santa Carmelitana (D. Mondo), tutti della fine del '700. All’altare sinistro Santi Anna e Gioacchino, con la Vergine bambina e i Santi Rocco, Michele ed Antonio Abate di Diano, all’altare destro Madonna del Rosario e i santi Domenicani di Girolamo Starace Franchis. L’altare maggiore è della seconda metà dell’Ottocento." (Testo: Pietro Di Lorenzo, ...)
Caserta. Onofrio Buccini, scultore (n. Marcianise, 1825-1896), Monumento a Luigi Vanvitelli. Foto di Luigi Cirillo.
Caserta, Confraternita di S. Giovanni Battista. La Maddalena, gruppo statuario ottocentesco. Foto di Luigi Cirillo.
Caserta, Confraternita di S. Giovanni Battista. L'Incredulità di San Tommaso, gruppo statuario ottocentesco. Foto di Luigi Cirillo.
Caserta. Chiesa di San Pietro ad Montes. Apparteneva a un'antico monastero benedettino dell'anno 1100. Foto di Luigi Cirillo.
Caserta. Chiesa di San Pietro ad Montes. Foto di Luigi Cirillo. Caserta. Chiesa di San Pietro ad Montes. Foto di Luigi Cirillo.
Marcianise (CE). Fontana dei Delfini.
Raffigurazione di Ferdinando IV di Borbone e di Maria Carolina d'Asburgo-Lorena. La fontana fu eseguita (1794) su progetto di Gaetano Barba e fu inaugurata in occasione della concessione dell'acqua potabile alla città, da parte appunto dei sovrani borbonici. Foto di Luigi Cirillo. Recale (CE). Immagini di Villa Porfidia.
In questa Villa sono stati ospitati nobili e sovrani...Foto di Luigi Cirillo. Recale (CE). Immagini di Villa Porfidia. Foto di Luigi Cirillo. Recale (CE). Immagini di Villa Porfidia. Foto di Luigi Cirillo. Recale (CE). Immagini di Villa Porfidia. Foto di Luigi Cirillo.
Sant'Agata dei Goti (BN). Piazza Umberto I. Monumento a Sant'Alfonso Maria dei Liguori, vescovo della città dal 1762 al 1775. Foto di Luigi Cirillo.
Sant'Angelo in Formis, Capua (CE), Basilica. Foto di Luigi Cirillo.
Sant'Angelo in Formis, Capua (CE).
Cimitero dei Garibaldini. L'ossario si trova sotto al monumento ai Caduti garibaldini, nella Villa Comunale di Santa Maria Capua Vetere.
Questo cimitero contiene un numero limitato di loculi. Foto di Luigi Cirillo.
Sant'Angelo in Formis, Capua (CE). Cimitero dei Garibaldini. Foto di Luigi Cirillo.
Sant'Angelo in Formis, Capua (CE). Cimitero dei Garibaldini. Foto di Luigi Cirillo.
Santa Maria Capua Vetere (CE). L'Anfiteatro Campano...Da qui il gladiatore Spartaco guidò nel 73 a.C. la rivolta che per due anni tenne sotto scacco Roma negli anni immediatamente precedenti il primo triumvirato. Foto di Luigi Cirillo.
Vico Equense. Il castello Giusso di Vico Equense (NA). Foto di Luigi Cirillo. - Particolari del castello, della volta della Cappella Palatina e di un salone. La lapide in ricordo del grande giurista e filosofo Gaetano Filangieri che trascorse gli ultimi anni della sua vita proprio in questo castello...
Dal web: "La tradizione vuole che il castello fosse stato edificato da Carlo II d’Angiò, con lo scopo sia di difendere il piccolo borgo di Vico Equense, sia di utilizzarlo come residenza estiva; tuttavia l’ipotesi più accreditata è che il maniero sia stato costruito dal feudatario Sparano di Bari, secondo le forme militari dell’epoca, con alloggi per soldati, magazzini per i viveri e depositi per munizioni, ottenendo anche un finanziamento dal re angioino: il complesso fu costruito tra il 1284 ed il 1289. Con il passare degli anni appartenne a Gabriele Curiale, paggio della corona d’Aragona, a Ferrante Carafa, feudatario del paese nel 1568 e a Matteo Di Capua, appartenente alla famiglia dei Ravaschieri, i quale furono feudatari di Vico Equense dal 1629 al 1806, anno in cui Giuseppe Bonaparte abolì i feudi; divenne quindi residenza estiva della famiglia reale. Dopo un breve periodo nelle mani di Nicola Amalfi, fu di proprietà della famiglia Giusso, che lo acquistò per una somma di quattrocentomila ducati, dal 1822 al 1934, quando fu ceduto alla Compagnia di Gesù, i quali a loro volta lo vendettero a privati nel 1970.
Della sua fisionomia originale rimane ben poco, solo parte della cinta muraria ed una terrazza sul mare: nel XV secolo furono costruite tre torri, di cui una chiamata Torre Mastra, un ponte e un fossato; nel secolo successivo due torri furono abbattute per far posto al palazzo baronale. Semidistrutto dall’invasione gotica e notevolmente provato da numerose incursioni pirata, fu in parte ricostruito nel 1604; nel XVII secolo furono eseguiti numerosi lavori di restauro che trasformarono il castello in una residenza signorile: furono infatti sistemati i giardini, adornati con grotte, giochi d’acqua e piante secolari, furono impreziositi gli interni e furono create alcune sale per ospitare la collezione d’arte, andata poi perduta, di Matteo Di Capua. In seguito, Luigi Giusso, e poi il figlio Girolamo, ristrutturano notevolmente l’edificio, donandogli la caratteristica colorazione rosa salmone ed affrescando i saloni come quello delle Armi e quello dei Ventagli, oltre alla piccola cappella privata, dedicata a Santa Maria della Stella, la quale si trovava sullo stesso luogo in cui sorgeva una chiesa, retta dai monaci benedettini, abbattuta per far posto al castello. All’interno del castello morì il 21 luglio 1788 il giurista napoletano Gaetano Filangieri, convinto che l’aria del posto avrebbe giovato alla sua salute cagionevole."
Vico Equense. Il castello Giusso di Vico Equense (NA). Foto di Luigi Cirillo.
Vico Equense. Il castello Giusso di Vico Equense (NA). Foto di Luigi Cirillo.
Vico Equense. Il castello Giusso di Vico Equense (NA). Foto di Luigi Cirillo.
- Blog a cura di Giovanni Pititto
Nessun commento:
Posta un commento