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domenica 31 gennaio 2016

Italy. Campania. Caserta. Chiesetta in Vicolo Della Ratta (De la Rath).

(Da mio: BENI CULTURALI - GRUPPO (Facebook)


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Italy. Campania. Caserta. Vicolo Della Ratta (De la Rath), una traversa di via Vico. - In merito alla chiesetta in pessime condizioni, di cui a segnalazione Luigi Cirillo, si forniscono qui ulteriori aggiornamenti.
Una foto, di cui non è dato conoscere autore e data, comunque diffusa da website di cui in calce si indica link, ci permette (una volta qualificata tonalmente e graficamente la foto, cosa per qui debitamente presentarla) di individuare elementi strutturali e decorativi che nelle precedenti foto non comparivano. E che ci permettono di essere maggiormente precisi.
- Premesso che dalle note pubblicate si evincerebbe essere un antico sepolcreto successivamente trasformato in cappella in diritto di giuspatronato.
- Enucleato che, pertanto, la simbologia della funzione antica è rimasta nella decorazione dei lapicidi che in altorilievo è superstite ed inscritta in un timpano.
- Pur rimanendo da approfondire (da chi desidera) se fosse stata anche adibita in prosieguo di tempo a chiesetta di una confraternita, come si è ipotizzato.
- Si aggiorna in quanto la veduta in questa foto della partizione sommitale - in facciata - ci permette di poter ulteriormente ipotizzare che:
a) su di una facciata priva di alcuna decorativa immissione di portale, si è immesso un trilitico decorato e terminante a timpano spezzato in alto.
b) le ragioni della non geometrica chiusura del timpano sono da ricercare nella esigenza di inglobare e rendere strutturale-funzionale la preesistente finestra di luce in facciata. Tale, infatti, è di fattura precedente.
c) è la forma-funzione della finestra, nella sua litica riquadratura a fornire elemento ulteriore di fusione tra forma e funzione: inquadrata armonicamente dal timpano, così proiettandosi in elevato lo stesso.
d) ma è l'ulteriore elemento ad offrire ancora maggiore interesse: la forma-funzione della finestra, ossia dell'elemento reso quale elevato, viene completata (e compositivamente chiusa) con l'ulteriore aggiunta di un secondo timpano; questo chiuso.
e) si conclude con l'elemento finale, il vero di interesse: all'interno del secondo timpano vi è una figura di un nudo maschile. Puttino, o arcaico residuo di un "cos'era prima" quella cappella?
E' l'Italia.
L'Italia delle e dalle mille sorprese.
Buona visione! E se si vuole capire: Buona lettura.
Ed ora un "perché".
E' del tutto evidente che non si sta insistendo a caso su questo lacerto di chiesetta, antico sepolcreto.
Tale chiesetta, infatti, antico sepolcreto, è connesso - come si è precisato in post precedente - alla casata gentilizia di origine normanna: La Rath (presenze significative in Italia meridionale nell'XI sec.).
E tale casata ebbe, in un esponente, la contea di Caserta.
Era questo, concludiamo, il sepolcreto dei de la Rath?
Qui gli elementi genealogici:
"CHIAROMONTE
Antica famiglia feudale (forse di origini normanne, da Clairmont), acquistò un'ingente patrimonio fra la Basilicata e la Calabria, si estinse infine in altre famiglie nobili; sembra però che un suo ramo fosse quello da cui discesero i Chiaromonte di Modica (vedi).
-GENEALOGIA ESSENZIALE INCOMPLETA -
Verelando
A1. Ugo I (attestato nel periodo 1074-1088); feudatario in epoca normanna;
B1. Alessandro (attestato nel periodo 1087-1096); feudatario in epoca normanna;
B2. Riccardo (attestato nel periodo 1093-1096); feudatario in epoca normanna;
B3. Avenna (attestato nel periodo 1093-1102); feudatario in epoca normanna;
C1. Ugo II (attestato nel 1112); Conte di Chiaromonte; donò Mormanno al vescovo di Cassano (1101).
C2. Alessandro II (attestato nel periodo 1112-1145)
C3. Riccardo II (attestato nel periodo 1112-1139)
D1. Ugo III (attestato nel 1152); Conte di Chiaromonte;
E1. Riccardo III (attestato nel periodo 1221-1232)
F1. Ugo IV (attestato nel periodo 1246-1254); Conte di Chiaromonte; Signore della valle di Luino, di S. Clerici, Genusia, Noae (Noja), Latronico, Castronuovo, Rotonda a mare, le terre di Trisagia, Calabro, Bactivoranum Rubium, Latigana, Acremontum, Episcopia, S. Martino, Castro Sareceno, Rotonda, Cursosimo e Faraco; Federico II gli confiscò poi i feudi ed i castelli (1246) per aver partecipato alla rivolta di Capaccio; fu poi scomunicato da papa Innocenzo IV (1254) con il figlio Riccardo (per essersi impossessati dei beni loro usurpati, come Chiaromonte, e i castelli di Colubrano, Stellano, Bigianello, S. Arcangelo e Luino).
G1. Riccardo IV (attestato nel 1254-1284); Conte di Chiaromonte e di altri beni (restituitigli da Carlo I d'Angiò nel 1268).
G2. Nicola (attestato nel 1219)
G3. Federico (attestato nel 1220)
H1. Giacomo (attestato nel 1248)
I1. Ugo V (+ 1309); Conte di Chiaromonte, Senisi, San Chirico, Noia, Castronuovo, Torre di Mari; = 1309 (con dote di mille once d'oro, per le quali ebbe poi Terranova; altre seicento once gliele donò re Carlo II) Margherita di Lauria (vedi), Signora delle isole Gerbi e Kerkel, ecc. figlia dell'Ammiraglio Ruggiero e di Margherita Lancia (il marito le assegnò poi in dote S. Chirico e Castronuovo).
I2. Margherita; Contessa di Chiaromonte, Senisi, San Chirico, Noia, Castronuovo, Torre di Mari (che ereditò alla morte del fratello); = 1319 Giacomo Sanseverino (+ 1348), 1° Conte di Tricarico e Chiaromonte; Signore di Castronovo, Noia, Torremare e Sevisio dal 1319; nel 1337 vende il feudo di Picerno ai di Sus.
I3. Oddolina; (alla morte del fratello ereditò la Baronia di Mignano in Terra di Lavoro); = 1° m. Diego (o Fancesco) della Ratta (de La Rath) 1° Conte di Caserta; 2° m. Giordano Ruffo (+ 1345), 1° Conte di Montalto dal 1327.
D2. Roberto (attestato nel 1127)
E1. Agnese (attestata nel 1203)
B4. Albereda (attestata nel periodo 1081-1155)
FONTI:
· F. Elefante, Saggio storico su Chiaromonte, ivi Arti Grafiche Racioppi, 1987".
***
(La foto, qui qualificata e tonalmente modificata, proviene da:





Italy. Campania. Caserta. Via della Ratta.
In merito alla chiesetta in pessime condizioni, di cui a segnalazione Luigi Cirillo, si forniscono qui ulteriori informazioni. Gli articoli che qui si indicano ed in parte forniscono inducono a - ancora una volta - porsi e porre domande. Molte.
Buona lettura.
Ps. Via della Ratta deriva da Rath: e in merito ad una designazione in testo dell'articolo qui si ha modo di precisare: Rath non era spagnolo, bensì forma onomastica di casata normanna. Stanziata in Territori poi Regno di Napoli (pergamene al 1071).
(Da: Il Corriere del Mezzogiorno):
"IL CASO |
Beni culturali, nella cappella abbandonata. San Francesco resta in mutande. In via Della Ratta un luogo di culto rischia il crollo. I topi hanno divorato il saio del santo «poverello»
La statua di San Francesco
CASERTA - Dai reperti romani, oltraggiati e dimenticati, a quelli medievali che subiscono la stessa sorte. Dal busto imperiale di Sala che fa da paracarro all’angolo di un palazzone (il Corriere del Mezzogiorno ne ha scritto venerdì e domenica scorsi) alla Chiesa di San Francesco di viella Della Ratta, il cui primo impianto è databile 1326, dotata di numero civico, il 10, quindi «censita». Ma con tetto semisfondato, assi di legno a inchiodarne la porta, mentre da una fessura si intravede devastazione.
IN PIENO CENTRO - Siamo nel centro di Caserta, la viella è tangente di piazza Correra a un passo da corso Trieste. L’obiettivo riesce ad avere ragione della fessura della porta, il flash illumina: una statua di San Francesco… in mutande, una parte del saio a coprirgli le spalle; l’abside affrescata, stucchi dignitosi, rosoni e quadrati di pitture floreali, una sedia a pezzi. Fino agli anni Sessanta vi si celebrava la Messa, la cappella era pervenuta in proprietà di un prelato di antica famiglia, monsignor Daniele Di Bagni, alla cui morte gli eredi si disinteressarono della conduzione dell’ edificio di culto, un sepolcreto trasformato in chiesa.
NEL FEUDO DEL VICO - Dice il presidente della Società di Storia Patria, Alberto Zaza d’Aulisio: «La dedica la volle sicuramente chi ne fece costruire l’abbozzo, il conte Francesco I De La Rath, casato spagnolo negli anni trasformato in Della Ratta che da Carlo II d’Angiò ricevette lo Stato di Caserta. La chiesa insisteva nell’area Feudo del Vico, inteso come strada stretta, poi toponomasticamente battezzato in via Giovan Battista Vico con salomonica soluzione municipale». Le condizioni in cui versa quest’antica testimonianza di storia cittadina gridano vendetta: a chi ne tocca la cura e la salvaguardia? Zaza d’Aulisio: «A Caserta c’è totale assenza di attenzione sulle emergenze del patrimonio da parte della Soprintendenza. Tanti reperti, siti, monumenti non sono nemmeno catalogati e non ci si meravigli se a richiamare l’attenzione su questa chiesa si riceva per risposta una domanda: ma dove si trova? La chiesetta dovrebbe essere o bene ecclesiastico o di privati, ma chi è deputato alla conservazione dei monumenti dovrebbe vigilare e intervenire».
RISPARMIATA DALLA UPIM - La facciata dell’edificio, seppur decrepita, conserva la sua suggestione. La chiesetta fu risparmiata a fine anni Cinquanta, quando sull’aranceto che faceva da diaframma tra piazza Correra e via Battisti fu costruito da Ottiero Ottieri il palazzone che ospitò la Upim. Nel contesto urbanistico ottocentesco di via Vico, nella viella in cui era nata Maria Valtorta, mistica e animatrice del Movimento Valdese in Italia, l’edificio potrebbe essere recuperato e riaperto al culto. Dopo aver rivestito col saio il San Francesco che vi è rinchiuso in mutande".
F. T.
19 gennaio 2010(ultima modifica: 21 gennaio 2010)
***
"Vita casertana intorno alla chiesetta di san Francesco
Un interessante ricordo sulla chiesetta da recuperare in Vicolo della Ratta
Comunicato stampa

Nell’estate del 2004 riscoprii l’abbandonata, se non dimenticata, chiesetta che si trova al termine del vicolo della Ratta, che è ad ovest di piazza Correra, slargo di via G.B.Vico, in Caserta.

Ho scritto “riscoprii” perché anche io - che in fanciullezza avevo partecipato ad uno dei pochissimi festeggiamenti religiosi e civili fatti lì, nel dopoguerra, in onore di san Francesco, che si venerava in quella chiesetta- col trascorrere del tempo, e non abitando più in via Vico, l’avevo quasi dimenticata.

Come si vede nelle foto, la porta d’ingresso è murata e lascia solo uno stretto passaggio chiusa da due tavole da ponteggio. Esse erano male accostate e perciò rendevano possibile, anche se difficoltoso, dare una sbirciata all’interno, che appariva polveroso, sporco e maleodorante. Introdussi tra esse la mia macchina fotografica e scattai, alla cieca, qualche fotografia dell’interno.

L’emozione mi prese nel vedere che la statua di san Francesco era ancora lì, quasi a non voler abbandonare la sua chiesetta, ma anzi a volerla vedere restaurata , chiedendo ad altri di fare con la sua chiesetta quanto Cristo a lui chiese per la Sua Chiesa: "Va, o Francesco. Ripara la mia casa che cade in rovina".

La chiesetta ancora oggi presiede l’area che una volta, anni quaranta dello scorso secolo, non era occupata dal grosso palazzo Giordano, detto poi dell’UPIM, che vi fu costruito nel 1963.
Sull’area c’era un giardino pensile che dava su via Cesare Battisti ed in esso il ritrovo “I giardini dell’Aurora”, più brevemente detto l’ ”Aurora”.
In questo ritrovo i soldati U.S.A. (ce n'erano molti a Caserta in quanto Palazzo Reale era la sede del Comando interalleato) ed i giovani casertani scaricavano la loro vitalità e la loro voglia di vivere in scatenati ritmi e balli americani; nostrane formazioni di giovani musicisti si fecero le ossa (musica sempre dal vivo, naturalmente) mangiandosi con gli occhi cantanti famosi e importanti formazioni musicali d'oltre oceano che si esibivano all'Aurora, cercando poi di imitarli nelle loro esibizioni. Fu per loro una bella scuola!
Questi ed altri ricordi mi affollarono la mente e mi ripromisi di fare qualche ricerca approfondita sulla chiesetta, certamente un pezzetto di storia casertana, anche per farla rivivere ai vecchi casertani e conoscerla ai giovani.
Ma sopravvennero accadimenti non felici nella mia vita e la vecchia, o antica?, chiesetta non fu più nei miei pensieri e le prime informazioni raccolte rimasero dimenticate nel mio computer.
Oggi la riscoperta della esistenza della chiesetta da parte di Roberto Balloi e una proposta di “vederla rivivere quanto meno come edificio storico ed utilizzarla, se restaurata, come luogo culturale per piccole rappresentazioni, presentazioni di libri...cose del genere...” mi ha stimolato a ritrovare foto ed appunti che avevo ormai dimenticato. Le rendo note sia perché qualcuno, a partire da esse, faccia una ricerca storica sulla chiesetta, sia per dare onore ai miei due amici, miei coetanei, che mi aiutarono e confortarono nei miei ricordi quando ne parlai con loro: i ragionieri Sparàno (che abita ancora nei pressi della chiesetta) e Vergone.
Molto probabilmente la chiesetta era delle due sorelle della famiglia Daniele di Bagni. Una di esse, Laura, sposò il dottor Luigi Giordano. La chiesetta, negli anni precedenti il 1950, veniva aperta solo nella solennità di san Francesco per una festa religiosa e civile in onore del Santo il cui costo era coperto dalle piccole offerte del popolo e da qualche somma più sostanziosa offerta dal salumiere Ianniello, dal cantiniere Tesauro, dalla pizzeria “Pesce d’oro”, dal calzolaio Tecchia, ed altri piccoli negozianti di piazza Correra, da noi vecchi casertani detta piazza Bitetti.
Poi la chiesetta fu definitivamente chiusa.
La chiesetta è larga quasi quanto quella di san Giovanni, in piazza Duomo, ma lunga quasi la metà, tanto che moltissimi erano costretti a seguire le funzioni religiosi dall’esterno della chiesetta. Ha solo un altare, quello centrale e dedicato a san Francesco, che è posto sul presbiterio, che è un poco sopraelevato dal pavimento della chiesetta. Nelle foto da me scattate non appare la balaustra che pur ricordiamo: è stata asportata, era di legno o…ricordiamo male?
Dalle foto, mio figlio Arcangelo, architetto e appassionato d’arte, così mi relaziona: "Il portale è forse seicentesco. La porta ha una cornice stondata. Gli stipiti sono due paraste con coronamento con capitello a imitazione corinzia. Il frontespizio è triangolare e spezzato. Il timpano presenta due puttini ai lati della croce con alla base un teschio.
L’interno ha una volta a botte lunettata con paraste e costoloni decorati a stucco. L'altare è sotto una botte "a schifo" (schiacciata). Anche l'interno mi sembra dei primi del '600.
E’ bellissima!"
Il rag. Sparàno ricordava che al centro della chiesetta c’era una pietra tombale su cui era inciso l’anno 1680, in accordo con la datazione di Arcangelo.
Spero che la pietra tombale sia ancora lì e che il desiderio del sig. Balloi di realizzi".




Italy. Campania. Caserta. 

In merito alla chiesetta in pessime condizioni, di cui a segnalazione Luigi Cirillo, si sono estrapolati qui dei dettagli. Dal tipo di altorilievi si sarebbe dell'opinione trattarsi di chiesetta di una confraternita. L'elemento centrale nel timpano è infatti un teschio; con sopra gli emblemi stilizzati della Passio. Quindi confraternita con (già) aspetti sociali di assistenza e riti connessi ai defunti. 

- Qualcuno vuole dare maggiori notizie?

- Foto: 2 estrapolazioni dettagli da foto fornita da Luigi.










Luigi Cirillo Per quanto ne so, le notizie sono da ricercare presso il Vescovado della città. Le mie ricerche, tra libri di storia e opuscoli illustrativo, non hanno avuto esito. Ho visionato la chiesa e la situazione è peggiore di quanto mostrato nella foto. Il por...Altro...
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Luigi Cirillo Ho chiesto lumi ad alcune persone che abitano nei paraggi. Buio completo. Il dramma è che molti casertani non conoscono l'esistenza di questa Chiesa. Ho la sensazione che non interessi a nessuno...
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Giovanni Pititto "Ho la sensazione che non interessi a nessuno...": 'Normale'.
Luigi Cirillo La Chiesa si trova nel vicolo Della Ratta (De la Rath), una traversa di via Vico. Su una piantina di Caserta è scritto che è dedicata a San Donato, ma credo sia un errore. Penso non sia difficile procurarsi l'indirizzo mail della Curia di Caserta...
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Giovanni Pititto veda altro mio post, sulla chiesetta.
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Luigi Cirillo Già visto, grazie. Ha fatto un ottimo lavoro...






Caserta. Nel centro della città si trova questa Chiesa che è in condizioni disperate. Nessuno se ne prende cura, mentre sarebbe urgentissimo un restauro conservatore...


Aggiornamento 20.02.2016

Caserta. La Chiesa che si trova in condizioni disastrose in via De la Rath. Di questa Cappella ha dato ampie notizie Giovanni Pititto in questo Gruppo BC, post del 22.01.2016. Mi scuso per la qualità delle foto, ottenute "alla cieca", infilando il cellulare in una fessura della porta....Le foto sono di due ore fa...

 Caserta. Le condizioni interne della chiesetta. Foto da cell. di Luigi Cirillo. 01. 
  Caserta. Le condizioni interne della chiesetta. Foto da cell. di Luigi Cirillo. 02. 
  Caserta. Le condizioni interne della chiesetta. Foto da cell. di Luigi Cirillo. 03. 
 Caserta. Le condizioni interne della chiesetta. Foto da cell. di Luigi Cirillo. 04. 




Commenti
Luigi Cirillo La facciata esterna della Chiesa...
Giovanni Pititto Molto ringrazio Luigi Cirillo per questa ulteriore - chiarissima - testimonianza. E lo ringrazio anche per la continua aderenza al tema. Il Manifesto delle Pie Intenzioni, da me diffuso nel fondare immeritatamente questo bel Gruppo, così infatti diceva: "

12 maggio 2015

DESCRIZIONE

Gruppo in Facebook:

Denominazione: BENI CULTURALI - GRUPPO.

Ambito: 
Costituzione della Repubblica Italiana 
Articolo 9 (07-12-1947 - G. U. del 7 dicembre 1947)
Articolo 9 
"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione."
Discussione:
(...) 
E' molto gradita la partecipazione. In specie con la pubblicazione di materiali fotografici - o di altra natura - attestanti, appunto, la stridente dicotomia fra gli aulici enunciati di cui Art. 9 e la realtà molto spesso di degrado e di abbandono, per non dire di atti vandalici sistematici cui è oggetto l'allora detto: Patrimonio Storico ed Artistico della Nazione; oggi: Beni Culturali. // Non basta una bellissima Costituzione. La vera Costituzione è nell'animo di ciascuno. Ciascuno di noi.

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Rossella Volpe Pazzesco 
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 quella statua mi fa venire i brividi così malridotta e gli affreschi nelle nicchie ... Emoticon frown

Luigi Cirillo Notizia pubblicata su "Caserta Focus" : CASERTA. La quasi sconosciuta chiesetta di San Francesco nel vicolo della Ratta, una traversa di via G.B. Vico, in Caserta, ha catturato la nostra attenzione e da una fessura lasciata tra due tavole da ponteggio, che ne sbarrano l’ingresso, siamo riusciti a scattare una foto che ne testimonia lo stato di abbandono in cui oggi versa

Dalle poche notizie raccolte sul web, sappiamo che, negli anni addietro, veniva aperta solo nelle festività dedicate al Santo poverello per una festa religiosa e civile, il cui costo era coperto dalle piccole offerte del popolo e da qualche somma più sostanziosa offerta dai commercianti della zona. 

La foto catturata, racconta di una statua, quella di San Francesco, messa lì, in un angolo, tra calcinacci e materiale accantonato. Con un volto triste, ha il saio strappato che lascia intravedere un abbigliamento sottostante, quasi a volere rimarcare l’importanza dell’opera.

La chiesetta seicentesca con altare dedicato al Santo di Assisi, posto nel presbiterio sopraelevato, sarà oggetto di un maggiore studio ed approfondimento da parte nostra, intanto si continua a fare strage del nostro patrimonio storico-artistico.

Francesco Trepiccione

Giovanni Pititto Avete fatto benissimo. Bastano e bastino poche parole per definire il nostro lavoro, vostro e mio, qui: Illuderci è illudersi. Tacere è delitto.
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Leonard Cohen - Dance Me to the End of Love

Music video by Leonard Cohen performing Dance Me To The End Of Love. YouTube view counts pre-VEVO: 1,365,277 (C) 1984 Sony Music Entertainment Inc.










- Blog a cura di Giovanni Pititto